Storia italiana
Posted: Tue Nov 18, 2008 11:34 pm
Ok. Premetto che non pongo il piedino sotto il tavolo come primario ma evidentemente neanche secondario visto che apprezzo tanto questo magnifico sito.
Visto che esiste questa sezione una storia da raccontare l'avrei anche io. Risale ai mitici e lontani anni novanta.
Altro non voglio dirvi se non che è vera ma questo penso lo capirete leggendola. Si riconosce subito una bugia no?
Non vi annoio oltre.
Aveva uno spirito dominante, era più grande di tre anni (aveva 26 anni!!!) e un fare da mangiauomini magnanima che mi incianghialiva.
A volte di pomeriggio si addormentava sul suo letto sopra le coperte senza scarpe ed io appoggiavo la guancia sulle sue piante dei piedi di seta nera e mi addormentavo come in una specie di luogo straordinario e voluttuoso. In quei sogni spesso sognavo di lei gigantesca e me alle dimensioni minime ai suoi piedi e una volta addirittura mi bagnai nel sonno. Non mi accadeva da quando avevo 17 anni! E’ particolare avere una polluzione e svegliarti nel tuo sogno no?
In quella carezza setosa che ti avvolgeva la guancia, in quell’odore di biancheria che ti stupiva ogni volta…
Ancora non avevamo mai avuto un rapporto sessuale completo.
Ridi pure.
Stavo per avere 23 anni e… non lo avevo avuto con nessuna. Una mia scelta.
Lei che ne aveva avuti eccome, dopo un anno che cercava di farmi ragionare, alla fine si incazzò di brutto. Non mi fece alcun ultimatum (come altre avevano già fatto prima di lei). La sua specialità era la rottura di coglioni atomica vitaminizzata a propulsione eterna. Alla fine Berlusconi canterebbe l’inno degli anarchici d’oltrepò a starla sentire per un mese. Dopo sei settimane Madre Teresa di Calcutta opterebbe per soluzioni umanitarie di stampo nazionalsocialista per tutti i suoi indianini. Dopo tre mesi Bossi sposerebbe Mandela senza separazione dei beni. Dopo sei mesi Mandela sposerebbe Bossi con la separazione dei beni.
Dopo un anno io, con nonchalance, spegnendo una sigaretta nel salotto di casa sua le risposi:
- stavi dicendo tesoro?
La mia risposta fu invero si dolce e diplomatica perché per la prima volta mi prudevano le mani e non volevo commettere il crimine di picchiare una ragazza (preferisco prenderle dai ragazzi).
Capivo che eravamo al dunque.
- Ti stavo dicendo esimio dottor stronzo che sarebbe ora che io e te avessimo rapporti più intimi. Basta petting, sesso orale (non disse proprio così) ecc. ecc.
A me che ero un po’ deficiente (sono un lentone) sembrò un discorso egoista ma in fondo se si incazzava tanto una ragione doveva pur averla. Fu così che nella mia generosa visione delle cose pensai bene di girare un po’ la cosa ancora per il verso mio. Una sconfitta si, ma a condizioni di resa principesche. (Al tempo ero veramente un altruista).
Decisi quindi di far girare il discorso in quel lato sessuale del mio carattere che a volte la incuriosiva, a volte la inquietava e a volte la eccitava. Le svelai un piccolo segreto lasciato cadere lì, come casualmente, in mezzo al discorso:
- Sai cosa mi eccita molto nei vestiti di una donna?
L’avevo di nuovo in pugno. Se volevi conquistarla dovevi far leva sulla sua curiosità . Se la sua curiosità aveva poi risvolti erotici… bhè.
Solo che stavolta mi inculai da solo perché lei non era scema anzi furba e intrigante.
Le dissi con fare da cospiratore (ma dentro il mio stomaco iniziò a battere) che fin da bambino mi eccitavano da morire i collant coprenti bianchi. Ovviamente mi fece nero con battute sarcastiche del tipo ti farò avere mie foto di quando avevo dieci anni, ti porterò all’asilo ecc ecc.
A un tratto però si fece seria e disse:
- Guarda che me lo immaginavo benissimo. Cosa credi, che non me ne fossi accorta? Guarda che ti vedo!
Perché fai quella faccia non mi credi? Ah no eh?
Il suo tono di superiorità era al massimo. Sapevo che tramava qualcosa come un gatto con il topo.
- Allora. Se io fossi quella che tu dici, vale a dire una che ancora non ti conosce troppo bene, faresti bene a non concederti. Giusto. D’altro canto invece credo che chi non conosca veramente chi gli sta vicino sia tu.
Sbrigati che dobbiamo andare a cena dal tuo amico Tonio.
Io ero già cambiato e glielo feci notare. Lei (che di solito le piaceva fare la Barby) se ne restava invece nei suoi jeans con su degli stivali. Anzi a dire il vero ne ero stupito. Era il 1993 e quelle che non uscivano con la mini venivano additate come streghe. A lei stessa piaceva mettersi in mostra e non ne faceva mistero. Ma allora che diavolo…
Le chiesi se non voleva cambiarsi prima. No manco per un cazzo. Ok, tanto quando si impuntava… le feci notare che era veramente sexy così, ma lei non si incazzò neppure. Ridacchiava la meschina!! …
A cena dal mio amico eravamo addirittura una quindicina. Quello era carico e aveva affittato una reggia assieme a tre suoi amici un mucchio simpatici che conoscevo bene.
Oltre alla sua fidanzata c’erano altre coppie di amici. Il tavolo era lungo e noi (come al solito) in ritardo. Con lei ero sempre in ritardo, lei era sempre in ritardo di un quarto d’ora e mi ricordo che questo aspetto del suo carattere mi fece incazzare fino alla fine della storia. Dopo un po’ di anni escogitai di posticiparmi da solo l’ora degli appuntamenti di 15 minuti ma mi accorsi che neanche così funzionava. Torniamo a cena.
Visto che eravamo in ritardo a noi spettavano i due posti in fondo al tavolo. Mi sedetti davanti a lei. Tutti stavano già chiacchierando di qualcosa e io tentai di capire un paio di conversazioni intrecciate con soddisfacenti risultati. E’ sempre stato un mio punto di forza capire tre persone che mi parlano contemporaneamente.
Ricordo che Gianpietro, aveva cucinato qualcosa di orrendo dal nome orrendo. Oggi quel tale fa il poliziotto, ha rubato la fidanzata al mio amico Tonio e si stupisce del fatto che non ho voluto fare una rimpatriata dove fosse presente lui. Troppo risentito per la sua cucina.
Tra chi mangiava e chi chiacchierava iniziò a farsi una certa intimità nel mio lato del tavolo. In fondo a quella tavolata io e lei eravamo isolati. Io non ero un tipo molto maturo e avrei fatto meglio ad essere chiaro con lei nei miei motivi. Però la giovinezza è fatta per imparare. Solo, io lo facevo stronzeggiando alla grande. Avrei dovuto dirle: senti, non sono mai stato a letto con nessuna e non sarai neanche tu a prendere la mia verginità perché non sono sicuro che tu sia la donna importante della mia vita. Avrei parlato così oggi? Dubito. Avrei sostituito il termine verginità !
Dunque tutto regolare. Basta con le cazzate e sotto coi rapporti, che lei ne aveva voglia ed io sarei stato un bell’egoista a godere e a non far godere. Mi barricai nel fatto che lei neanche mi conosceva.
Lei mi prese con l’astuzia. Asseriva che io e lei eravamo invece ottimi conoscenti e che lei mi conosceva bene, anche più di quanto io conoscessi lei.
Si stampò sul suo viso un sorrisetto malizioso. Sentii chiaramente un piccolo tonfo ovattato. Subito dentro di me si accese un vivo interesse e lei se ne dovette di certo accorgere perché non distoglievo lo sguardo dal ---
Contemporaneamente un forte colpo in fondo allo stomaco fu l’inizio del mio stato di eccitazione. Sai quando provi qualcosa di nuovo, proibito ed eccitante?
Il suo piedino scalzo stava salendo sotto il tavolo lungo la mia gamba. Arrivato sopra il mio ginocchio lo fermai, ma non perché non volessi, ero troppo eccitato! Presi parte a quel giochino proibito con lo stesso tremore e batticuore di un ragazzino che approfitta della folla per appoggiare la mano dove non dovrebbe. Le dita del suo piede si dimenavano come tanti animaletti sul palmo della mia mano ed io avvertivo la setosità profonda e morbida di quel contatto.
Lo sguardo di lei, indifferente ma con un fondo di provocazione mi fece stare al gioco e non poco goffamente decisi di sbottonarmi la patta! Non resisto alle tentazioni. Figuriamoci a provocazioni del genere. Eppoi agivo a testa vuota. Sentivo battermi il cuore nelle orecchie. La sedia al mio lato era vuota e ci avevano appoggiato molte giacche e borse. L’occupante della sedia più in là si stava infervorando a parlare di calcio con quello davanti a lui.
La ragazza che stava accanto a lei tutto a un tratto si girò verso di lei e lì il mio cuore ebbe un contraccolpo. Non poteva di certo vedere quello che faceva la mia ragazza perché c’era una tovaglia che pendeva lunghissima ma questo lì per lì non lo realizzai.
Invece quella disse con fare divertito:
- Sei stanca, eh? –
Voleva essere una battuta? Probabilmente sì. Non lo sapremo mai.
Il suo piedino aveva raggiunto il cavallo dei miei pantaloni e aveva preso a strusciarsi con la pianta in punta sulla mia erezione che tendeva la stoffa. Adesso attraverso la stoffa dei pantaloni quel massaggio elevava alla potenza la mia eccitazione che iniziava a prendermi fuoco dal di dentro. Curiosamente mi venne voglia di vedere il piedino, vederne la bellezza, il colore del collant così setoso che prima avevo accarezzato senza poter vedere. Mi azzardai a sollevare la tovaglia con nonchalance ammucchiandola verso il lato delle borse.
Ecco, quello che vidi mi prese alla gola. Lei vide che ero diventato rossissimo e inarcò un sorrisetto divertito.
Il piedino era avvolto in un bellissimo collant coprente bianco, di un bianco talmente luminoso da sembrare quasi celeste chiarissimo.
Eccome se mi conosceva.
Semplicemente non so il perché di quel colore, del collant, non so come sia nato il tutto nella mia testa.
La gola si sbloccò e il fuoco dallo stomaco passò più in basso. Decisi di far entrare il piedino nella patta dei pantaloni. L’incredibile era che lei e la sua compagna avevano ripreso a chiacchierare ma le loro parole arrivavano come da un chilometro. Subito lei prese a toccare con la punta dell’alluce la pelle delicatissima del basso ventre appena sopra l’elastico dei miei slip. Lasciò scivolare il suo tocco vellutatissimo in un arco delicato fino all’elastico. Lì il tocco si fece insinuante e la punta del piedino si fece strada dentro gli slip e si chiuse come una vera mano sulla punta del mio pene. Io ero out. Avvertivo solo seta. Una sensazione di morbidezza antica, qualcosa che mi riportava ai fumi dei ricordi di un’infanzia lontanissima e confusa.
Sentivo con imbarazzo e incredulità che stavo per venire!
Lei forse capì perché la presa delle sue dita setose sulla punta del pene si mise ad agitarsi. Le sue dita quasi tamburellavano come una minuscola onda che si abbatte e rapida si riabbatte.
Allora venni davvero. Il glande era completamente coperto dalle sue dita e notai un leggero movimento del capo e un’espressione sinceramente divertita quando la bagnai.
- Maiale!!
Stavolta il cuore mi si era fermato davvero! Cazzo l’aveva detto veramente o stavo sognando?? Quella pazza, che cazzo voleva? Sputtanarmi?
- Vuoi mettere il tovagliolo? Se no va a finire che ti sporchi!
Spiritosa, né?
Un saluto al forum.
Sorry for the english friends, maybe the next time.
Tori
Visto che esiste questa sezione una storia da raccontare l'avrei anche io. Risale ai mitici e lontani anni novanta.
Altro non voglio dirvi se non che è vera ma questo penso lo capirete leggendola. Si riconosce subito una bugia no?
Non vi annoio oltre.
Aveva uno spirito dominante, era più grande di tre anni (aveva 26 anni!!!) e un fare da mangiauomini magnanima che mi incianghialiva.
A volte di pomeriggio si addormentava sul suo letto sopra le coperte senza scarpe ed io appoggiavo la guancia sulle sue piante dei piedi di seta nera e mi addormentavo come in una specie di luogo straordinario e voluttuoso. In quei sogni spesso sognavo di lei gigantesca e me alle dimensioni minime ai suoi piedi e una volta addirittura mi bagnai nel sonno. Non mi accadeva da quando avevo 17 anni! E’ particolare avere una polluzione e svegliarti nel tuo sogno no?
In quella carezza setosa che ti avvolgeva la guancia, in quell’odore di biancheria che ti stupiva ogni volta…
Ancora non avevamo mai avuto un rapporto sessuale completo.
Ridi pure.
Stavo per avere 23 anni e… non lo avevo avuto con nessuna. Una mia scelta.
Lei che ne aveva avuti eccome, dopo un anno che cercava di farmi ragionare, alla fine si incazzò di brutto. Non mi fece alcun ultimatum (come altre avevano già fatto prima di lei). La sua specialità era la rottura di coglioni atomica vitaminizzata a propulsione eterna. Alla fine Berlusconi canterebbe l’inno degli anarchici d’oltrepò a starla sentire per un mese. Dopo sei settimane Madre Teresa di Calcutta opterebbe per soluzioni umanitarie di stampo nazionalsocialista per tutti i suoi indianini. Dopo tre mesi Bossi sposerebbe Mandela senza separazione dei beni. Dopo sei mesi Mandela sposerebbe Bossi con la separazione dei beni.
Dopo un anno io, con nonchalance, spegnendo una sigaretta nel salotto di casa sua le risposi:
- stavi dicendo tesoro?
La mia risposta fu invero si dolce e diplomatica perché per la prima volta mi prudevano le mani e non volevo commettere il crimine di picchiare una ragazza (preferisco prenderle dai ragazzi).
Capivo che eravamo al dunque.
- Ti stavo dicendo esimio dottor stronzo che sarebbe ora che io e te avessimo rapporti più intimi. Basta petting, sesso orale (non disse proprio così) ecc. ecc.
A me che ero un po’ deficiente (sono un lentone) sembrò un discorso egoista ma in fondo se si incazzava tanto una ragione doveva pur averla. Fu così che nella mia generosa visione delle cose pensai bene di girare un po’ la cosa ancora per il verso mio. Una sconfitta si, ma a condizioni di resa principesche. (Al tempo ero veramente un altruista).
Decisi quindi di far girare il discorso in quel lato sessuale del mio carattere che a volte la incuriosiva, a volte la inquietava e a volte la eccitava. Le svelai un piccolo segreto lasciato cadere lì, come casualmente, in mezzo al discorso:
- Sai cosa mi eccita molto nei vestiti di una donna?
L’avevo di nuovo in pugno. Se volevi conquistarla dovevi far leva sulla sua curiosità . Se la sua curiosità aveva poi risvolti erotici… bhè.
Solo che stavolta mi inculai da solo perché lei non era scema anzi furba e intrigante.
Le dissi con fare da cospiratore (ma dentro il mio stomaco iniziò a battere) che fin da bambino mi eccitavano da morire i collant coprenti bianchi. Ovviamente mi fece nero con battute sarcastiche del tipo ti farò avere mie foto di quando avevo dieci anni, ti porterò all’asilo ecc ecc.
A un tratto però si fece seria e disse:
- Guarda che me lo immaginavo benissimo. Cosa credi, che non me ne fossi accorta? Guarda che ti vedo!
Perché fai quella faccia non mi credi? Ah no eh?
Il suo tono di superiorità era al massimo. Sapevo che tramava qualcosa come un gatto con il topo.
- Allora. Se io fossi quella che tu dici, vale a dire una che ancora non ti conosce troppo bene, faresti bene a non concederti. Giusto. D’altro canto invece credo che chi non conosca veramente chi gli sta vicino sia tu.
Sbrigati che dobbiamo andare a cena dal tuo amico Tonio.
Io ero già cambiato e glielo feci notare. Lei (che di solito le piaceva fare la Barby) se ne restava invece nei suoi jeans con su degli stivali. Anzi a dire il vero ne ero stupito. Era il 1993 e quelle che non uscivano con la mini venivano additate come streghe. A lei stessa piaceva mettersi in mostra e non ne faceva mistero. Ma allora che diavolo…
Le chiesi se non voleva cambiarsi prima. No manco per un cazzo. Ok, tanto quando si impuntava… le feci notare che era veramente sexy così, ma lei non si incazzò neppure. Ridacchiava la meschina!! …
A cena dal mio amico eravamo addirittura una quindicina. Quello era carico e aveva affittato una reggia assieme a tre suoi amici un mucchio simpatici che conoscevo bene.
Oltre alla sua fidanzata c’erano altre coppie di amici. Il tavolo era lungo e noi (come al solito) in ritardo. Con lei ero sempre in ritardo, lei era sempre in ritardo di un quarto d’ora e mi ricordo che questo aspetto del suo carattere mi fece incazzare fino alla fine della storia. Dopo un po’ di anni escogitai di posticiparmi da solo l’ora degli appuntamenti di 15 minuti ma mi accorsi che neanche così funzionava. Torniamo a cena.
Visto che eravamo in ritardo a noi spettavano i due posti in fondo al tavolo. Mi sedetti davanti a lei. Tutti stavano già chiacchierando di qualcosa e io tentai di capire un paio di conversazioni intrecciate con soddisfacenti risultati. E’ sempre stato un mio punto di forza capire tre persone che mi parlano contemporaneamente.
Ricordo che Gianpietro, aveva cucinato qualcosa di orrendo dal nome orrendo. Oggi quel tale fa il poliziotto, ha rubato la fidanzata al mio amico Tonio e si stupisce del fatto che non ho voluto fare una rimpatriata dove fosse presente lui. Troppo risentito per la sua cucina.
Tra chi mangiava e chi chiacchierava iniziò a farsi una certa intimità nel mio lato del tavolo. In fondo a quella tavolata io e lei eravamo isolati. Io non ero un tipo molto maturo e avrei fatto meglio ad essere chiaro con lei nei miei motivi. Però la giovinezza è fatta per imparare. Solo, io lo facevo stronzeggiando alla grande. Avrei dovuto dirle: senti, non sono mai stato a letto con nessuna e non sarai neanche tu a prendere la mia verginità perché non sono sicuro che tu sia la donna importante della mia vita. Avrei parlato così oggi? Dubito. Avrei sostituito il termine verginità !
Dunque tutto regolare. Basta con le cazzate e sotto coi rapporti, che lei ne aveva voglia ed io sarei stato un bell’egoista a godere e a non far godere. Mi barricai nel fatto che lei neanche mi conosceva.
Lei mi prese con l’astuzia. Asseriva che io e lei eravamo invece ottimi conoscenti e che lei mi conosceva bene, anche più di quanto io conoscessi lei.
Si stampò sul suo viso un sorrisetto malizioso. Sentii chiaramente un piccolo tonfo ovattato. Subito dentro di me si accese un vivo interesse e lei se ne dovette di certo accorgere perché non distoglievo lo sguardo dal ---
Contemporaneamente un forte colpo in fondo allo stomaco fu l’inizio del mio stato di eccitazione. Sai quando provi qualcosa di nuovo, proibito ed eccitante?
Il suo piedino scalzo stava salendo sotto il tavolo lungo la mia gamba. Arrivato sopra il mio ginocchio lo fermai, ma non perché non volessi, ero troppo eccitato! Presi parte a quel giochino proibito con lo stesso tremore e batticuore di un ragazzino che approfitta della folla per appoggiare la mano dove non dovrebbe. Le dita del suo piede si dimenavano come tanti animaletti sul palmo della mia mano ed io avvertivo la setosità profonda e morbida di quel contatto.
Lo sguardo di lei, indifferente ma con un fondo di provocazione mi fece stare al gioco e non poco goffamente decisi di sbottonarmi la patta! Non resisto alle tentazioni. Figuriamoci a provocazioni del genere. Eppoi agivo a testa vuota. Sentivo battermi il cuore nelle orecchie. La sedia al mio lato era vuota e ci avevano appoggiato molte giacche e borse. L’occupante della sedia più in là si stava infervorando a parlare di calcio con quello davanti a lui.
La ragazza che stava accanto a lei tutto a un tratto si girò verso di lei e lì il mio cuore ebbe un contraccolpo. Non poteva di certo vedere quello che faceva la mia ragazza perché c’era una tovaglia che pendeva lunghissima ma questo lì per lì non lo realizzai.
Invece quella disse con fare divertito:
- Sei stanca, eh? –
Voleva essere una battuta? Probabilmente sì. Non lo sapremo mai.
Il suo piedino aveva raggiunto il cavallo dei miei pantaloni e aveva preso a strusciarsi con la pianta in punta sulla mia erezione che tendeva la stoffa. Adesso attraverso la stoffa dei pantaloni quel massaggio elevava alla potenza la mia eccitazione che iniziava a prendermi fuoco dal di dentro. Curiosamente mi venne voglia di vedere il piedino, vederne la bellezza, il colore del collant così setoso che prima avevo accarezzato senza poter vedere. Mi azzardai a sollevare la tovaglia con nonchalance ammucchiandola verso il lato delle borse.
Ecco, quello che vidi mi prese alla gola. Lei vide che ero diventato rossissimo e inarcò un sorrisetto divertito.
Il piedino era avvolto in un bellissimo collant coprente bianco, di un bianco talmente luminoso da sembrare quasi celeste chiarissimo.
Eccome se mi conosceva.
Semplicemente non so il perché di quel colore, del collant, non so come sia nato il tutto nella mia testa.
La gola si sbloccò e il fuoco dallo stomaco passò più in basso. Decisi di far entrare il piedino nella patta dei pantaloni. L’incredibile era che lei e la sua compagna avevano ripreso a chiacchierare ma le loro parole arrivavano come da un chilometro. Subito lei prese a toccare con la punta dell’alluce la pelle delicatissima del basso ventre appena sopra l’elastico dei miei slip. Lasciò scivolare il suo tocco vellutatissimo in un arco delicato fino all’elastico. Lì il tocco si fece insinuante e la punta del piedino si fece strada dentro gli slip e si chiuse come una vera mano sulla punta del mio pene. Io ero out. Avvertivo solo seta. Una sensazione di morbidezza antica, qualcosa che mi riportava ai fumi dei ricordi di un’infanzia lontanissima e confusa.
Sentivo con imbarazzo e incredulità che stavo per venire!
Lei forse capì perché la presa delle sue dita setose sulla punta del pene si mise ad agitarsi. Le sue dita quasi tamburellavano come una minuscola onda che si abbatte e rapida si riabbatte.
Allora venni davvero. Il glande era completamente coperto dalle sue dita e notai un leggero movimento del capo e un’espressione sinceramente divertita quando la bagnai.
- Maiale!!
Stavolta il cuore mi si era fermato davvero! Cazzo l’aveva detto veramente o stavo sognando?? Quella pazza, che cazzo voleva? Sputtanarmi?
- Vuoi mettere il tovagliolo? Se no va a finire che ti sporchi!
Spiritosa, né?
Un saluto al forum.
Sorry for the english friends, maybe the next time.
Tori